Fattori economici e ambientali mettono in ginocchio la produzione di nocciole in Turchia
I coltivatori turchi producono l’82% delle nocciole che vengono consumate al mondo. Oggi, però, sono alle prese con una crisi monetaria ed ambientale senza precedenti il gruppo piemontese Ferrero corre seriamente il rischio di mettere uno stop alla produzione di alcuni prodotti, quali i famosi Rocher e la Nutella.
Quali sono questi fattori che hanno scatenato la “crisi delle nocciole” in Turchia? E come sta reagendo il colosso di Alba?
Crisi economica
La politica monetaria del presidente Erdogan nel 2021 ha fatto perdere alla lira turca oltre la metà del suo valore. Secondo Erdogan, una valuta nazionale più debole funge da stimolo per le esportazioni, facendo di conseguenza crescere la produzione interna e, quindi, l’economia nazionale.
Nel mese di novembre 2021 la lira turca è calata del 30%, e all’inizio di dicembre 2021 la banca centrale turca ha venduto grandi quantità di moneta estera nel tentativo di dare stabilità alla propria valuta.
Questa instabilità ha fatto salire il costo di fertilizzanti, semi, pesticidi e altri prodotti essenziali importati. Inoltre, la guerra in Ucraina non aiuta: le fabbriche di nocciole pagano di più per energia, imballaggi e trasporto. E anche i costi della manodopera per le nocciole stanno aumentando.
I coltivatori di nocciole della Turchia, ricchi in passato, stanno diventando sempre più poveri e le loro fattorie stanno producendo sempre meno nocciole.
Crisi ambientale
Condizioni metereologiche completamente irregolari: siccità, inondazioni improvvise e incendi stanno decisamente fermando la coltivazione delle nocciole. Non è un dato da sottovalutare per il gruppo Ferrero, perché l’80% delle nocciole che usa sono importate proprio dalla Turchia.
Nel 2014 Ferrero ha comprato Oltan Group, il più grande produttore di nocciole al mondo (oltre 25% dell’intero consumo mondiale). Tuttavia questo tipo di investimento non ha messo il gruppo di Alba al riparo dalle catastrofi introdotte dalla crisi ambientale.
Ferrero non è rimasta lì a subire: ha reagito investendo in agricoltura rigenerativa e ricerca di nuovi ambienti in cui produrre nocciole grazie a nuove tecnologie.
Come reagire ad una crisi
La reazione di Ferrero alle varie crisi si può decifrare in: investire, investire e investire. È questo il vero segreto per non farsi abbattere dalle varie difficoltà operative.
L’investimento nelle nuove tecnologie aiuta le aziende a destreggiarsi tra le materie prime che mancano ed i prezzi dell’energia che impennano come se non ci fosse un domani. Non ci si può permettere di avere una deriva nella produzione, perchè ciò significherebbe consumare energia e materie prime per ottenere un prodotto finito da smaltire, perché non conforme agli standard di produzione.
In questo momento per le aziende il risparmio di materie prime ed energia è un obiettivo prioritario ed urgente. Ad esempio, chi ha investito nell’Industria 4.0 parte già avvantaggiato perché ha processo industriale più intelligente rispetto ai competitor, con mille occhi che controllano ogni step della lavorazione.
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Crediti per le immagini: PhotoEnduro, armennano, Hans.
